B&b, stretta sul check in: "I documenti degli ospiti vanno controllati a vista"


B&b, stretta sul check in: "I documenti degli ospiti vanno controllati a vista"

ROMA Non basterà ricevere il documento dell'ospite e trasmetterlo alla Questura: sarà anche necessario verificare di persona la corrispondenza tra i titolari di carte di identità e passaporti e gli effettivi clienti della struttura. Il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso del ministero dell'Interno e di Federalberghi, ha annullato la sentenza del Tar del Lazio della scorsa primavera che aveva sospeso l'efficacia della circolare del Viminale sul riconoscimento "de visu" per tutti i clienti di b&b e case vacanza.

L'APERTURA

I giudici aprono però alle nuove tecnologie, nel rispetto delle indicazioni del ministero: "L'identificazione de visu al centro delle contestazioni non si esaurisce giocoforza nella verifica analogica in presenza da parte del titolare atteso che, attraverso le nuove tecnologie dell'informazione, essa potrebbe essere effettuata mediante appositi dispositivi di videocollegamento predisposti dal gestore all'ingresso della struttura - si legge nella sentenza - purché idonei ad accertare, hic et nunc, l'effettiva corrispondenza tra ospite e titolare del documento di identità, esibito o trasmesso con altro canale telematico all'atto dell'accesso alla struttura". A verificare la corrispondenza, comunque, dovrà essere una persona fisica. Vengono invece censurate le procedure più estreme di check-in da remoto, con la semplice acquisizione di documenti di identità, senza nessun controllo visivo, e la trasmissione priva di verifiche dei codici di apertura automatizzata delle porte o delle key box. In questo modo, scrive il Consiglio di Stato, veniva vanificata "la ratio securitaria sottesa all'identificazione de visu e alla successiva comunicazione all'Autorità locale di pubblica sicurezza previsti dall'articolo 109 del Tulps". La circolare era stata emanata nel novembre 2024, "alla luce dell'intensificazione del fenomeno delle locazioni brevi su tutto il territorio nazionale, legata ai numerosi eventi politici, culturali e religiosi in programmazione nel Paese, compreso il Giubileo della Chiesa Cattolica, e della delicatezza del momento storico a livello internazionale". Lo scopo era "prevenire rischi per l'ordine e la sicurezza pubblica in relazione all'eventuale alloggiamento di persone pericolose e/o legate ad organizzazioni criminali o terroristiche". Un rischio da non sottovalutare. Solo per fare un esempio: i due cittadini turchi, armati, arrestati a Viterbo il giorno della festa di Santa Rosa alloggiavano in un b&b e avevano fornito documenti falsi. Sono stati fermati proprio grazie all'intervento del gestore della struttura, insospettito dal loro comportamento.

La sentenza "rafforza la sicurezza e chiarisce in modo definitivo le regole per tutte le strutture - ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi - La verifica diretta dell'identità tutela chi viaggia e chi vive nei quartieri più esposti e sostiene il lavoro quotidiano delle forze di polizia. È una pronuncia che conferma la linea sostenuta fin dall'inizio dal Viminale". Soddisfatti anche gli albergatori: Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha spiegato come "questa procedura contribuisce a elevare in maniera significativa i livelli di sicurezza, a vantaggio sia degli ospiti delle strutture ricettive sia della cittadinanza". Mentre Confindustria Alberghi sottolinea che "il pronunciamento dei giudici contribuisce a rimuovere un'ingiustificata disparità applicativa tra le diverse forme di ricettività e interviene su un tema cruciale per il settore: la sicurezza".

LE REAZIONI

Dall'altro lato le associazioni approvano l'apertura al check-in tramite strumenti tecnologici idonei che, come sottolinea la Federazione Associazioni Ricettività Extralberghiera, "possono essere videocitofoni, spioncini digitali o sistemi di verifica tramite Qr code". Matteo Sarzana, Country Manager Italia e Sud Est Europa di Airbnb, precisa che "la sentenza mette in chiaro gli obblighi di sicurezza, che abbiamo sempre appoggiato, ma riconosce la possibilità di usare i mezzi disponibili nel 2025". Concorda Confedilizia: "L'identificazione de visu va intesa in senso moderno".

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